Agli anziani di oggi
Pubblicato da Angelo R. in Vita serena news · Domenica 02 Giu 2024
AGLI ANZIANI DI OGGI
È inevitabile che avvengano dei mutamenti con il passare degli anni. Abbiamo toccato con mano il passaggio dopo la guerra mondiale dalla collaborazione e dalla solidarietà alla nostra epoca in cui prevale la persona e la sua libertà.
Chi guardasse il modo, lo stile di essere famiglia si accorge che nemmeno la famiglia si è salvata da questo passaggio dal “noi” all'“io”.
È un passaggio che fa soffrire noi anziani, perché in noi, il “noi”, è stampato dalla esperienza.
Oggi ognuno è individuo a sé, ognuno ha il suo smart phone e le sue fonti di cultura. Non si sente nemmeno più il bisogno del pasto insieme tanto è grande il via vai nella giornata.
Con il passare dell’età, con lo smettere il lavoro, con le rotture e lo sgretolarsi dell’unità della famiglia, con le forze che vengono a mancare, l’illusione di non aver bisogno di nessuno e di vivere senza legami svanisce e ci si rende conto della solitudine, di non avere attorno a sé nessuno della cerchia affettiva, non ci sono nemmeno più i figli perché sono andati ad abitare lontano.
Quando si realizza questa situazione ci si accorge che oramai è tardi per ricostruire il “noi”.
Nasce allora lo scoraggiamento. Ci si domanda come e perché non ci siamo accorti di questa strada percorsa. Ci pareva la migliore, la più logica davanti al concetto di libertà e ci troviamo ad essere nello scoraggiamento e nella solitudine.
Che fare?
Abbiamo coltivato la libertà e adesso ci serve. Ci serve per essere noi stessi e per avere la forza di ricercare il “noi” a costo di faticare nella ricerca di amici e di modi per stare insieme.
I Centri Diurni sparsi su tutto il Cantone sono una occasione per ricostruire quel “noi” che andato smarrito, ma che, per la nostra esperienza - siamo sicuri - è importante avere.
Siamo certi che la libertà, che ci ha arricchito di tante caratteristiche come i viaggi, la scoperta delle vacanze, abbinata all’esperienza che ci vuole anche poco per vivere, ci dona la forza di andare a cercare il “noi”.
È necessario essere accompagnati dagli affetti e poi possiamo esprimerci in molti modi. Possiamo andare a votare, possiamo condividere il sentimento di potersi incontrare a pranzo con altre persone. Basta quel vivere l’”io” che ci rende relegati in casa come prigionieri.
Nell’incontro con il “noi” torniamo al sorriso e sentiamo di essere solidali, come abbiamo imparato fin dall’infanzia. Avremo scoperto che nel “noi” sta la vera libertà.
Ma non è sufficiente la riscoperta della libertà. Occorre anche il coraggio.
Abbiamo bisogno di coraggio. Siamo sicuri di averlo dimenticato per le comodità che ci siamo visti offrire dalla tecnologia. Sappiamo però di averlo avuto perché abbiamo attraversato periodi di bisogno, di fatiche, di disagio e di prove. Abbiamo avuto il coraggio di inventare strategie per non soccombere. Fossimo certi di aver posseduto nel nostro passato l’esperienza del coraggio saremmo decisi a metterlo in atto. Possiamo decidere di esternare il nostro pensiero, anche per contestare chi vive con noi e vediamo aver smarrito i valori del “noi”.
Avevamo coltivato, da bambini e da giovani, anche la fede e la preghiera. Forse nel vivere il “io”, senza il bisogno di alcuno, abbiamo perso per strada anche Dio. Anche in questa scoperta sappiamo di aver coltivato questa interiore relazione con la Trascendenza o con il Dio dei cristiani. Raccontiamo dei rosari serali nel mese di maggio; raccontiamo episodi con protagonista il parroco di quel tempo; raccontiamo lo svolgimento delle sagre del paese.
Conosciamo la verità e sappiamo che Dio ci cerca, che è il primo interessato a stringere amicizia con noi.Fatta la scoperta di sentirne anche il bisogno potremmo ristabilire la nostra relazione con Lui. Sarà una relazione tra “Io e Te”, anche nel segreto della nostra abitazione, ma questa sarebbe la prima forma del “noi” presente nella nostra capacità di amare.
È bello essere diventati anziani. Abbiamo ancora davanti a noi un mondo da riscoprire.
È forte l’esperienza che abbiamo accumulato e ci piace sentire di avere ancora tanto da offrire a questa generazione.